A Caltagirone, l’11 e il 12 aprile, presso l’NH Hotel Villa San Mauro, si sono svolte due giornate intense di confronto e aggiornamento sulla diagnosi, le terapie e le nuove prospettive nella gestione del diabete e delle patologie correlate.
Il dott. Biagio Nativo, coordinatore scientifico del congresso insieme alla dott.ssa Claudia Ferrigno, ha sottolineato l’alto livello dei contributi scientifici emersi durante i lavori: “Abbiamo avuto relatori provenienti dai tre Atenei siciliani – Palermo, Catania, Messina – e dall’Università Kore di Enna, che hanno portato le ultime novità in ambito diabetologico. Sono emerse innovazioni importanti, come l’insulina settimanale e nuovi farmaci che stanno cambiando radicalmente la storia naturale del diabete”. Tra i temi affrontati, particolare attenzione è stata dedicata alla sindrome cardio-reno-epato-metabolica, una nuova visione sistemica del diabete che richiede un approccio terapeutico integrato e innovativo.
“Parliamo oggi – continua il dott. Nativo – di terapie rivoluzionarie, come i GLP-1 e le glifozine, che non solo migliorano il controllo glicemico, ma offrono anche protezione cardiovascolare, renale ed epatica”. Un altro aspetto fondamentale emerso è la necessità di un approccio multidisciplinare alla gestione del paziente con diabete, come evidenziato anche dalle voci degli infermieri coinvolti in una tavola rotonda dedicata alla gestione del paziente diabetico negli ospedali a partire dal pronto soccorso. “Il lavoro in squadra – ribadisce il dott. Nativo – è essenziale. La persona deve essere al centro di un sistema che coinvolga ospedale, territorio e famiglia, per garantire non solo assistenza ma anche educazione e prevenzione”.
Durante l’evento, il prof. Salvatore Corrao ha posto l’accento sul ruolo dell’obesità “come concausa del diabete, sottolineando l’importanza di strategie sistemiche, educazione sin dalla tenera età e l’adozione di politiche sanitarie attive per contrastare questa “pandemia silenziosa”.
Il dott. Massimo Catanuso, del centro di Ipertensione A. Filippi di Mascalucia, invece, ha illustrato “la correlazione tra disturbi del sonno, ipertensione e diabete, evidenziando come una scarsa qualità del riposo possa alterare i meccanismi endocrini e metabolici, con gravi conseguenze sulla salute cardiovascolare”.
La dott.ssa Manuela Nicotra del centro di Ipertensione A. Filippi di Mascalucia ha sottolineato come “diabete e ipertensione siano due patologie strettamente collegate, spesso presenti contemporaneamente nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Per gestirle efficacemente, è fondamentale adottare una terapia di associazione, ovvero l’utilizzo combinato di farmaci appartenenti a diverse classi, che agiscono in modo complementare sui meccanismi alla base dell’ipertensione, della disfunzione endoteliale e dell’insulino-resistenza. Questo approccio multifattoriale è essenziale per prevenire complicanze gravi come eventi cardio-cerebrovascolari e insufficienza renale terminale”. La dott.ssa Nicotra ha anche evidenziato anche come “l’ipertensione possa essere sia una conseguenza che un campanello d’allarme del diabete, e viceversa: nel 50% dei casi i pazienti diabetici sviluppano ipertensione a causa del danno vascolare e dell’irrigidimento delle arterie”.
Il prof. Raffaele Schembari ha illustrato una grande innovazione nel trattamento del diabete: l’insulina settimanale. “Dopo oltre 100 anni dall’introduzione dell’insulina – ha spiegato – oggi è possibile somministrare una singola dose basale a settimana, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti e dei caregiver. Questa formulazione garantisce maggiore comodità, migliore aderenza alla terapia, meno ipoglicemie e ottimo controllo glicemico. Rispetto al passato, si tratta di un progresso notevole. I dati clinici mostrano che i pazienti sono più sereni e soddisfatti”. Guardando al futuro, Schembari accenna anche alla possibilità di insuline nasali, ancora più semplici da usare.
Momento toccante e certamente particolare durante i lavori del congresso, è stata la presenza di due clown, ovvero di due volontari che svolgono la clown terapia nei reparti ospedalieri. In questo senso il dott. Giuseppe Barbagallo, che svolge proprio la clown terapia, ha sottolineato “l’importanza della clown-terapia nei luoghi della sofferenza, come ospedali e strutture per anziani. Un sorriso o una risata hanno un potere terapeutico straordinario, capace di abbattere muri di solitudine e silenzio che nemmeno gli psicologi riescono a superare”. Il dott. Barbagallo ha anche raccontato l’esperienza toccante con un paziente terminale, a testimonianza del valore umano e relazionale di queste iniziative.
Il bilancio finale del congresso è stato definito “assolutamente positivo” dagli organizzatori e in particolare dal dott. Biagio Nativo: “L’obiettivo è chiaro: restituire qualità e anni di vita alla persona con diabete. Una responsabilità che deve durare 365 giorni l’anno”.
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